In architettura, la scelta dei colori non è soltanto una questione estetica, o l’applicazione di quelle “regole” che abbiamo scoperto leggendo un libro di feng-shui. I colori che scegliamo, per l’intonaco esterno di un edificio, o per le pareti interne del nostro appartamento, possono influenzare significativamente quel rapporto di armonia tra noi e l’ambiente che è alla base anche del nostro benessere psicologico. Andiamo quindi a scoprire insieme quale sia la regola fondamentale da rispettare per fare una selezione cromatica corretta.
È importante comprendere che i corpi non possiedono un colore intrinseco. Quello che percepiamo come colore è il risultato delle onde di luce riflesse dai materiali che compongono un oggetto. Questi materiali assorbono parte della luce e riflettono il resto, dando all’osservatore l’impressione di “quel” colore specifico. Quindi, il colore che vediamo è una combinazione tra la luce riflessa e l’ambiente che circonda l’oggetto. Questo principio scientifico è alla base della scelta consapevole dei colori in architettura, poiché la riflessione della luce può variare significativamente a seconda del materiale e del contesto ambientale in cui ci troviamo.
I materiali naturali e tradizionali di un luogo hanno la straordinaria capacità di armonizzarsi con la natura circostante. Il colore della vegetazione, delle rocce, della luce e del cielo influisce sulla percezione complessiva di un edificio o di uno spazio. Pertanto, è cruciale prendere in considerazione questi colori “locali” prima di fare una scelta cromatica definitiva.
In diverse regioni del mondo, l’architettura ha sviluppato soluzioni cromatiche uniche per armonizzarsi con l’ambiente locale:
In Russia, le cupole delle chiese spesso sono rivestite con doratura in foglia d’oro. Questo perché l’oro risalta magnificamente sul cielo grigio durante l’inverno nevoso, creando un contrasto visivo che rende le chiese punti di riferimento splendenti e visibili anche da lontano.
Nei Paesi Nordici, le coperture delle torri e delle chiese sono frequentemente in rame. Il rame, con il tempo, sviluppa una patina verde-azzurra che contrasta con il cielo plumbeo dei lunghi inverni, offrendo un richiamo visivo affascinante e distintivo.
In Italia, le cupole delle cattedrali spesso sono in cotto rosso o in piombo. Quando il piombo si ossida, assume un colore biancorosato che, illuminato dal sole, crea un contrasto vivace con il cielo di cobalto. Questo connubio cromatico evidenzia la magnificenza delle strutture architettoniche italiane.
È interessante notare come i nomi dei colori spesso derivino dai luoghi di provenienza delle sostanze coloranti, dai minerali, dai fiori, dagli animali o da aspetti paesaggistici. Ad esempio, “terra di Siena” prende il nome dalla città italiana di Siena, rinomata per la qualità della sua argilla, mentre “giallo di Napoli” fa riferimento alla città partenopea. Questi nomi evocano una connessione profonda tra il colore e il luogo, rafforzando l’importanza dell’armonizzazione cromatica nell’architettura.
Quando si accoppiano dei colori, è molto importante che ognuno dei due colori contenga una certa quantità dei colori base presenti nell’altro affinché siano in armonia tra loro. Questa regola fondamentale è alla base di una selezione cromatica corretta.
Quindi, dobbiamo scegliere colori che in qualche modo “contengano” e siano in continuità con i colori dei materiali tradizionali e del paesaggio in cui ci troviamo. In questo modo, oltre a rispettare e valorizzare l’identità locale, ci sentiremo anche noi “parte” di quel luogo, e quindi in armonia.
Un consiglio pratico: prima di scegliere la palette cromatica da utilizzare, esci di casa e guardati intorno. Raccogli delle foglie o delle pietre, scatta delle foto ai colori naturali che ti colpiscono. Parti da questi elementi per creare la combinazione cromatica migliore per te e per il tuo ambiente.
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*in copertina: un particolare della Cuadra San Cristóbal (Atizapán de Zaragoza, Messico), opera dell’architetto Luis Barragán. [foto di Edgar Gonz]